Il patrono di Sant'Antonio è SANT’ANTONIO ABATE.
La festa patronale di sant’Antonio Abate si celebra nella frazione di sant’Antonio ogni anno il 17 gennaio. L’attesa di questa festa è nettamente diversa fra noi e coloro che ci hanno preceduto. La festa patronale è per ogni paese un appuntamento annuale che unisce fede e cultura del popolo.
Tutte le feste patronali sono nate come momento di ringraziamento per qualche beneficio ricevuto dalle comunità locali e per richiedere la protezione dei singoli e l’allontanamento da ogni tipo di male per il futuro. Sant’Antonio è considerato il protettore degli animali domestici tanto da essere solitamente raffigurato con un maiale con al collo una campanella. La chiesa di Sant’Antonio in passato era la chiesa più frequentata dato il percorso effettuato dai contadini per andare alle malghe. E’ forse questo il motivo per cui ancora oggi alla santa Messa delle 10.30 in onore del patrono prendono parte molte persone provenienti da tutte le frazioni. Al pomeriggio, invece, alle 16.00 si recitano i vespri. In passato prima della santa Messa veniva posizionata sul sagrato della chiesa una cesta nella quale prima della funzione veniva raccolta la lana portata dai contadini provenienti dalle malghe. Alla fine della Messa la lana veniva messa all’asta e il ricavato veniva donato alla chiesa. I sacerdoti durante la celebrazione sottolineavano l’importanza di sant’Antonio. Alla fine della Messa i contadini erano invitati a prendere un’immagine del santo per fissarla sulla porta della stalla, il modo che il santo potesse proteggere gli animali all’interno. Dal 2013 viene benedetto anche il sale per ricordare che in passato veniva dato al bestiame con la speranza che prevenisse le malattie degli animali, evitando così danni economici al povero mondo contadino di una volta. Prima che la casa del sacerdote venisse affittata, le donne del paese offrivano il pranzo ai sacerdoti e alla comunità. Ora invece finita la celebrazione la comunità si divide e festeggia nelle proprie famiglie.
In passato si festeggiava anche in primavera: la prima vagliata di tutte le malghe veniva destinata alla chiesa di sant’Antonio, il primo burro veniva venduto subito, mentre il formaggio veniva salato e fatto stagionare nella cantina del prete. Il ricavato della vendita di burro e formaggio andava sempre alla chiesa.
Durante la benedizione delle case il sacerdote passava con un cesto chiedendo come offerta uova da dare alle bambine che scendevano a Les per venderle. Il ricavato andava poi alla chiesa.
Fra i tanti aspetti che caratterizzano i solenni festeggiamenti è certamente da salvaguardare quello religioso che rimanda alla antiche tradizioni e non può (e non deve) essere sopraffatto dal consumismo.